Galla Placidia,
imperatrice romana

Relatore: Italo Comelli

Il nome di Galla Placidia evoca immediatamente il bellissimo mausoleo di Ravenna, fatto edificare vicino alla chiesa di Santa Croce, ora perduta, dalla stessa imperatrice. L’insigne costruzione, del V secolo, è la più antica arrivata sino a noi senza alterazioni e si trova iscritta dal dicembre del 1996 nella Lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. La pianta del piccolo edificio è a croce latina irregolare. L’interno è decorato da un ciclo di mosaici: a cupola centrale, affiancata sui lati da quattro lunette, è dominata dalla Croce in una volta di stelle di grandezza decrescente verso l’alto, su sfondo blu, secondo il modello tipico medioevale. Le lunette presentano coppie di Apostoli. Sopra l’ingresso si trova la raffigurazione del Buon Pastore, mentre sul lato opposto San Lorenzo sulla graticola.
E pensare che Galla Placidia non vi è nemmeno sepolta, visto che è morta a Roma e lì tumulata.

Ma chi era questa imperatrice?

Galla Placidia, celebre figlia dell’imperatore Teodosio, nata circa nel 386 d.C., fu una donna colta e dalla vita avventurosa spesa tra Costantinopoli, Milano, Ravenna e Roma. Sorella degli imperatori Arcadio e Onorio sposò nel 416 il barbaro Ataulfo, cognato e successore di Alarico, che l’aveva trascinata con sé prigioniera dopo il saccheggio dell’Urbe nel 410.

Rimasta vedova, i Goti la lasciarono libera ed ella andò sposa al patrizio Costanzo III da cui ebbe due figli, Onoria e Valentiniano. Governò Ravenna e l’Occidente per molti anni, prima associata alla dignità imperiale, poi come reggente in nome del figlio Valentiniano III, che all’età di sette anni ottenne il manto imperiale. La sua ambizione e i suoi intrighi, in cui furono implicati, tra gli altri, i due illustri difensori dell’impero Ezio e Bonifacio, sconvolsero la corte di Ravenna e indebolirono le difese dei confini.

Dopo una vita intensa, alla pari di altre donne del suo tempo, come la sorellastra Pulcheria e la figlia Onoria, morì nel 450 a Roma, dove fu quasi certamente sepolta nel mausoleo della famiglia teodosiana presso San Pietro in Vaticano.

Italo Comelli nella sua relazione dell’11 marzo ha inserito la vita di Galla Placidia in un quadro più ampio con un excursus sulle dinastie imperiali, in particolare dei Valentiniani, fornendo una sintesi dell’impero romano e della sua decadenza a causa delle invasioni barbariche del IV e V secolo.

Ha inoltre messo in evidenza le questioni relative al Cristianesimo, dopo l’editto di Milano del 313, e al Cattolicesimo. Si è soffermato sulle eresie citando il concilio di Nicea, che nel 325 condannò Ario, negazionista della consustanzialità di Cristo, e quello di Efeso del 431 contro il Patriarca Nestorio, che sosteneva che Maria aveva generato l’uomo Gesù e non Dio.

Comelli ha disegnato con puntualità e chiarezza un quadro dell’epoca e dei suoi protagonisti complesso e travagliato, che ha dato avvio a mutamenti radicali nel mondo antico.

L’incontro si è concluso con la visione del mausoleo in un trionfo di azzurro intenso e oro degli splendidi mosaici.

Lori Carpi

ultimo aggiornamento della pagina: 27 marzo 2019