Dante poeta e maestro di vita cristiana.
Dalla selva oscura alla visione di Cristo

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La Dante cittadina ha il piacere di ospitare alle conferenze culturali dei “Lunedì” in qualità di relatore Padre Giuseppe Oddone, nominato dalla Conferenza Episcopale Italiana assistente ecclesiastico nazionale dell’AIMC e dell’UCIIM.
Nativo della provincia di Savona, Padre Giuseppe, emerito studioso di Dante ed esperto educatore ai valori ed alla Fede, è stato tra l’altro, anche Rettore e Preside del liceo classico “Emiliani” di Genova Nervi.
La tematica religiosa verrà affrontata nella sua conferenza “Dante poeta e maestro di vita cristiana. Dalla selva oscura alla visione di Cristo” il prossimo lunedì 4 dicembre ore 15,30 presso l’auditorium dell’Istituto storico della Resistenza in vicolo delle Asse 5.
La Divina Commedia, infatti, non è soltanto una straordinaria opera letteraria, in cui rifulge la bellezza poetica; in verità, accanto alla poesia leggibile nella struttura letterale, vi sono altri e profondi significati, come indicato dallo stesso Dante nell’epistola a Cangrande della Scala.
Uno dei significati è quello allegorico (il senso dei fatti “veritate nascosta sotto bella menzogna”) ed in particolare quello religioso.
È il cammino spirituale del pellegrino Dante, che percorre tutta l’estensione della vita umana: dalla più remota lontananza di Dio fino all’incontro folgorante con Lui, per intercessione della Vergine Maria.
La conferenza è svolta in collaborazione con l’AIMC, associazione italiana maestri cattolici e con il contributo della sede centrale di Roma della Dante Alighieri.

La Gazzetta di Parma del 2 dicembre 2023 presenta a pagina 18 la conferenza di Padre Oddone

La Gazzetta di Parma del 2 dicembre 2023 presenta a pagina 18 la conferenza di Padre Oddone del ciclo dei Lunedì della Dante

Articolo della Gazzetta di Parma del 6 dicembre 2023

Articolo della Gazzetta di Parma del 6 dicembre 2023



Padre Giuseppe Oddone, Assistente Ecclesiastico Nazionale AIMC e UCIIM, ha trasmesso il suo amore per Dante accompagnandoci lungo le tre Cantiche, seguendo il viaggio verso la salvezza di “Dante poeta e maestro di vita cristiana; dalla selva oscura alla visione i Dio.”

Ha recitato molte terzine a memoria, dando colore e comprensibilità anche ai versi più difficili.

Gli anni giovanili del fiorentino sono segnati da due incontri fondamentali: con Beatrice che “appare vestita di nobilissimo colore, umile e onesto sanguigno, cinta e ornata alla guisa che la sua giovanissima etade si convenia” e Guido Cavalcanti definito “il primo dei miei amici”. Tra la fine del ‘200 e l’inizio del ‘300 si lancia nell’agone politico e diviene priore; le lotte per il potere tra fazioni lo condurranno all’esilio e ad una dolorosa peregrinazione in cerca di ospitalità e protezione “…tu proverai si come sa di sale lo pane altrui…

Pellegrino in terra, inizia un cammino di verità nel Regno dei Morti per superare la crisi spirituale che lo ha portato lontano da Dio “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita…”

Lo guida Virgilio, che invita il poeta ad avere coraggio, ad abbandonare ogni esitazione e a esplorare la realtà del male e del peccato. Di girone in girone Dante avvicina i dannati: Paolo e Francesca, che da vago desiderio hanno trasformato l’amore in passione travolgente, non regolata dalla ragione; Brunetto Latini, suo maestro, che non ha portato i suoi discepoli verso il trascendente ma ha offerto solo orizzonti terreni; Ulisse, che sconta la colpa di avere ingannato il prossimo. Dante, tuttavia, ammira l’eroe greco e lo descrive come un viaggiatore che oltrepassa ogni limite per soddisfare la sua voglia di conoscenza, una sorta di scienziato laico la cui ricerca non porta salvezza.

Uscito dall’Inferno “a riveder le stelle” approda sulla spiaggia ai piedi della montagna del Purgatorio   “…l’alba vinceva l’ora mattutina che fuggia innanzi, sì che di lontano conobbi il tremolar de la marina”. Nel Purgatorio, luogo di espiazione, riflessione e pentimento, Dante incontra l’infinita misericordia di Dio e sente la presenza di Maria soccorritrice, esempio di ogni virtù, Madonna a cui rivolgere preghiere.

Molte anime lo avvicinano, raccontano la propria storia e il pentimento per i peccati commessi. Tra loro Buonconte da Montefeltro “…arriva’ io forato ne la gola, fuggendo a piede e sanguinando il piano. Quivi perdei la vista e la parola; nel nome di Maria fini’, e quivi caddi, e rimase la mia carne sola.”

Il poeta deve lasciare Virgilio alle soglie del Paradiso, qui gli appare Beatrice, la donna beata “sovra candido vel cinta d’uliva; donna m’apparve, sotto verde manto; vestita di color di fiamma viva.”

Il canto inizia con l’immagine di Dio che raggiunge tutte le creature con la sua luce, è la forma che assume l’amore divino “la gloria di colui che tutto move; per l’universo penetra, e risplende…”

Dante scorge anime dall’aspetto rarefatto, tra queste Piccarda Donati, suora dell’ordine delle Clarisse, rapita con forza dal monastero, che gli si rivolge con infinita dolcezza. Gli spiriti evanescenti non desiderano essere altrove sebbene siano nel cielo più lontano da Dio, è ciò che a Dio piace e non chiedono altro “Così parlommi, e poi cominciò ‘Ave, Maria’ cantando, e cantando vanio; come per acqua cupa cosa grave.” E in tutto il Paradiso risuona il nome di Maria.

Dante in contemplazione della Mistica Rosa dei beati e degli angeli, nota un vecchio dall’aspetto venerando che si avvicina, è San Bernardo guida che lo porterà alla visione di Dio.

Così, nella profonda luce al poeta sembra di vedere tre cerchi di colore diverso che si rispecchiano l’uno nell’altro, intravede in essi un’immagine che assume forma umana, visione che appare incomprensibile e che solo la Grazia permette di capire: è il mistero della Santissima Trinità. San Benedetto rivolgendosi alla Vergine, la supplica di concedere a Dante di fissare lo sguardo nella luce divina “Così la mente mia, tutta sospesa, mirava fissa, immobile e attenta, e sempre di mirar faceasi accesa.

Dante comprende il senso della sua vita, ritrova la pace interiore per intercessione di Maria e nell’amore di Dio “L’amor che move il sole e l’altre stelle”.

Marisa Dragonetti

Documenti:

Papa Benedetto XV- Enciclica del 1921 “Dante professò in modo esemplare la religione cattolica.”

Papa Paolo VI- Nella Lettera Apostolica del 1965 sottolinea “la dimensione fondante del cristianesimo dantesco che spira amore a Cristo.”

Papa Francesco- Lettera Apostolica “Dante profeta di rinnovamento e speranza ha saputo esprimere con la bellezza della poesia la profondità del mistero di Dio



Galleria d’immagini della conferenza del 4 dicembre 2023

ll Comitato della Dante di Parma è grata ad Italo Comelli e a Maria Teresa Cantoni, del direttivo dell’associazione, per le fotografie della conferenza del 4 dicembre 2023 sul tema “Dante poeta e maestro di vita cristiana”.

ultimo aggiornamento della pagina: 15 dicembre 2023