Scene di vita quotidiana
della Preistoria

Relatori: Marco Serradimigni
e Marta Colombo

La conferenza, tenuta presso la Società “Dante Alighieri” di Parma il 6 marzo 2016, dai dottori Marco Serradimigni e Marta Colombo ha avuto come argomento la vita quotidiana nella preistoria, dal Paleolitico inferiore (circa 2,5 milioni di anni fa) fino al Neolitico (4000 anni a. C.).

La prima parte della presentazione si è sviluppata lungo l’arco cronologico della parte più antica della Preistoria fino agli esordi delle prime pratiche agricole, dando una visione generale sulle principali evidenze riguardanti il nostro più remoto passato.

Si sono messi in evidenza i comportamenti riguardo al cibo ed ai bisogni primari delle diverse specie del genere Homo, a partire da Homo habilis e i primi strumenti da esso fabbricati (i choppers) ed ai suoi comportamenti in merito al reperimento del cibo: predatore di carcasse e non vero e proprio cacciatore. La conferenza si è sviluppata cronologicamente seguendo le principali tappe dell’evoluzione umana, con l’uomo che in seguito diviene cacciatore: le più antiche evidenze europee di armi da caccia riguardano le aste appuntite, in legno, di Shöningen (Germania), Clacton on Sea (Inghilterra) e Torralba (Spagna).

In questo ambito sono poi stati fatti degli esempi di siti particolari, quali Castel di Guido nel Lazio, e Ciampate del Diavolo in Campania: il primo, un sito di circa 400 mila anni con specializzazione al trattamento delle carcasse di elefante (e i particolari bifacciali in osso dello stesso animale); il secondo, con più di 50 impronte dei piedi di Homo heidelbergensis rimaste fossilizzate lungo un versante fangoso di circa 350 mila anni fa.

Con il Paleolitico medio e l’uomo di Neanderthal le tecniche di caccia, raccolta e in generale del comportamento si fanno sempre più complessi, con esempi di caccia specializzata ad alcune specie animali.

A partire da circa 40 mila anni si diffonde in Europa la nostra specie, Homo sapiens, concausa dell’estinzione dei neandertaliani, ma con i quali abbiamo convissuto (ibridandoci) per qualche migliaio di anni.

Il nostro avvento porta numerose innovazioni, con tecniche di caccia sempre più sofisticate (introduzione del propulsore e, alla fine del Paleolitico superiore, dell’arco) e selezione delle risorse ambientali sempre più spinta.

Con il Neolitico si passa da un’economia di caccia e raccolta ad un’economia di produzione: dal Vicino Oriente vengono introdotte in Europa l’agricoltura e l’allevamento, fenomeni (soprattutto il primo) che comportano la trasformazione in sedentari dei gruppi umani e l’inizio di pesanti modifiche ambientali come ad esempio la tecnica ancora oggi in uso del “taglia e brucia” per aprire, e fertilizzare, spazi da dedicare ai campi coltivati.

La seconda parte della conferenza è invece dedicata a casi particolari quali la panificazione e la tessitura: viene illustrata la storia della nascita dell’agricoltura, con la principali specie vegetali domesticate, e il ciclo del pane, dalla raccolta del grano alla cottura. Particolari le presenze, anche in siti italiani (sito di La Marmotta presso il lago di Bracciano-Roma), di pane neolitico perfettamente conservato.

La tessitura, infine, viene ricordata tramite un excursus riguardante le tecniche utilizzate e le principali evidenze, sia dirette che indirette, sulla loro realizzazione. Dalle rare fibre tessili ben conservate (sia di vestiti che di altri oggetti come ad esempio i cesti), per le quali l’esempio più importante è dato dal vestiario della mummia di Ӧetzi (Età del Rame, circa 3000 a. C.), alle testimonianze indirette dell’attrezzatura da telaio (fuseruole, pesi, pettini, spolette) e dei telai stessi, raffigurati in diverse rappresentazioni rupestri della Valcamonica.

Vengono inoltre illustrati oggetti particolari, le pintaderas, dei “timbri” in ceramica che probabilmente venivano usati per tatuare il corpo o per imprimere simboli specifici sugli elementi di vestiario.

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Marco Serradimigni e Marta Colombo

ultimo aggiornamento della pagina: 15 marzo 2016