Conferenza a cura di Luisella Brunazzi
Galleria d’immagini del Lunedì della Dante con Luisella Brunazzi.
Per le fotografie del 31 marzo 2025 esprimiamo la nostra gratitudine alla Socia della Dante signora Nathalie Giaffreda.
I Linati
Luisella Brunazzi, docente di Italiano e Storia e componente della Deputazione di Storia Patria, ha trattato il 31 marzo per I Lunedì della Dante il tema “I Linati, illustre famiglia parmigiana dai Borboni al Regno d’Italia.”
La famiglia Linati, di origine genovese, è stata protagonista della storia di Parma, della vita politica, istituzionale, sociale e culturale della città nei sec. XVIII e XIX.
Filippo Linati nacque dal conte Ottavio e Teodora Ghisilieri nel 1757. Frequentò il Collegio dei Nobili di Parma. Poliglotta e versato nelle scienze fisiche e naturali, fu ammesso in diverse Accademie. Gentiluomo di camera del duca Ferdinando di Borbone, nel periodo napoleonico fu molto impegnato nelle istituzioni pubbliche e, con l’entrata in vigore del Codice, si adoperò per mitigare le drastiche misure contro le corporazioni religiose e i privilegi nobiliari. Presidente del Consiglio degli Anziani, fu poi eletto Deputato del Corpo Legislativo, quando il territorio parmense fu annesso all’Impero come Dipartimento del Taro impegnandosi per il mantenimento dell’autonomia dell’Università di Parma. Fu indirettamente coinvolto nei moti del 1820-21 per le vicende del figlio Claudio, legato ai carbonari e condannato a morte in contumacia. I moti del 1831 lo coinvolsero malgrado la sua estraneità agli ideali rivoluzionari, in quanto venne nominato presidente del governo provvisorio, favorito dalla sua fama di uomo moderato e padre di un esule politico. Al ritorno del governo ducale, alcuni membri del Consiglio scelsero la via dell’esilio, altri come Filippo furono processati, incarcerati e poi rimessi in libertà. Morì a Parma nel 1837.
Claudio Linati nacque a Parma, nel 1790, dal conte Filippo e da Emanuella dei conti Cogorani, che morì dandolo alla Luce. Il giovane coltivò studi letterari ed interessi artistici. Nel 1808 entrò nella Società Parmense degli Incisori all’acquarello. A Parigi conobbe Jacques-Louis David di cui fu allievo per qualche tempo. Spirito inquieto, condusse una vita movimentata e viaggiò in tutta Europa e in Messico. Fece parte della Guardia d’onore del principe Borghese, divenne ufficiale dell’esercito napoleonico e partecipò alla battaglia di Lipsia. A Parma si accostò alle sette segrete locali e sicuramente le dimore dei Linati divennero luogo di incontri clandestini. Nel processo a Parma del 1820-21 contro i cospiratori, fu accusato di far parte della Carboneria, condannato in contumacia e al sequestro dei beni, riparò per un anno a Bruxelles guadagnandosi da vivere dipingendo e scrivendo. Nel 1825 la sua irrequietezza e sete di nuove esperienze lo portarono in Messico, dove pubblicò la prima rivista letteraria di quel Paese “El Iris” con vignette di satira e commenti politici che ne causarono la chiusura e Linati fu costretto a lasciare quella Nazione. Ritornato in Europa, percorsa da fermenti rivoluzionari, riprese i contatti con esuli politici e fu coinvolto in falliti tentativi per l’unificazione dell’Italia. Decise di ritornare in Messico dove morì nel 1832.
Filippo Linati nacque a Barcellona nel 1816 dal conte Claudio e da Isabella Bacardi. A causa di una grave malattia agli occhi non poté seguire studi regolari, ma riuscì comunque ad acquisire una notevole cultura umanistica. Trascorse l’infanzia e l’adolescenza tra Spagna, Francia e Italia coinvolto nelle peregrinazioni e nelle vicende processuali del padre. Nel 1848 fu tra gli 88 Anziani del governo provvisorio e negli anni successivi si dedicò al sistema educativo parmense favorendo l’introduzione di riforme a sostegno dell’educazione popolare. Gli avvenimenti del 1859 lo portarono in primo piano sulla scena politica; nominato podestà di Parma, nelle sue memorie ricorda di essere stato il primo a presentare a Cavour l’Atto di Adesione al Piemonte. Come Provveditore agli Studi mise al centro dei suoi interessi l’istruzione pubblica. Innumerevoli furono le sue iniziative per i poveri e i malati, in particolare per il nuovo Dispensario oftalmico. Eletto nella Assemblea dei rappresentanti del popolo delle Province Parmensi per il Collegio di Colorno, spese la sua attività parlamentare di area cattolico-liberale a difesa degli interessi religiosi.
Morì nel suo palazzo di Parma nel 1895.
Luisella Brunazzi ha sviluppato il tema con chiarezza e capacità comunicativa completandolo con la proiezione di foto e documenti.
L’incontro si è concluso con domande dei presenti, incuriositi dalla storia di una famiglia importante e ricordata a tutt’oggi dalla toponomastica cittadina, e con applauso finale.
Marisa Dragonetti
ultimo aggiornamento della pagina: 6 aprile 2025