La fortuna della Commedia nelle collezioni librarie
della Biblioteca Apostolica Vaticana

Relazione

Il giorno 20 settembre 2021 si è tenuta, promossa dalla Società Dante Alighieri – Comitato di Parma, un’interessante conferenza con modalità “da remoto” dal titolo La fortuna della Commedia nelle collezioni librarie della Biblioteca Apostolica Vaticana, nel quadro commemorativo del VII centenario della morte del Sommo Poeta.
La relatrice, dott.ssa Laura Lalli, ha focalizzato l’attenzione sul tema della fortuna della Commedia veicolata in alcuni tra i più antichi testimoni, manoscritti e a stampa, provenienti dalle collezioni storiche della Biblioteca del papa. La Commedia è un’opera poliedrica che offre al lettore la possibilità di essere avvicinata sotto molteplici aspetti. Per l’incontro si è scelto di porre l’attenzione sull’aspetto iconografico che, nel corso dei secoli, ha contribuito ad alimentare l’imaginaire populaire con una alternanza di stili, di tecniche figurative e di scelte editoriali differenti.
A partire dalla esposizione della decorazione del manoscritto Vat.lat.3199, noto come “Il Dante di Petrarca”, dono di Giovanni Boccaccio all’amico Francesco Petrarca databile agli anni Cinquanta del Trecento, si è passati alla narrazione della decorazione nel codice Vat.lat. 4776 vergato dal notaio e volgarizzatore Andrea Lancia intorno agli ultimi trenta anni del Trecento. Uno straordinario testimone della illustrazione della Commedia è il codice Urb.lat.365, appartenuto a Federico da Montefeltro duca di Urbino, illustre esempio di abilità dei miniatori, attivi nello Scriptorium urbinate, che contribuirono a commentare in modo figurato, ed abbellire, l’Opera scritta.
L’unico esemplare a colori della Voragine infernale opera di Sandro Botticelli, straordinario per i dettagli dei numerosi personaggi raffigurati, è custodito nei disegni provenienti dalla collezione libraria della regina Cristina di Svezia nel manoscritto Reg.lat.1896.
Dalla esposizione dei codici rari si è passati alla narrazione di come l’invenzione della stampa, intorno alla metà del Quattrocento, ha consentito un ulteriore approfondimento iconografico.
Tra gli incunaboli si annovera l’edizione fiorentina, del 1481, per i torchi di Lorenzo della Magna, nota per le incisioni di Baccio Baldini su disegno di Sandro Botticelli. Nel Cinquecento esperti tipografi, in collaborazione con i maestri incisori, hanno inteso realizzare edizioni in cui le tre Cantiche furono raffigurate nei modelli noti giunti fino al nostro secolo. Incisioni su legno e su rame hanno abbellito le edizioni cinquecentesche dalla giuntina del 1506, alle veneziane di Aldo Manuzio del 1515 e di Francesco Marcolini del 1544.
L’edizione veneziana di Gabriele Giolito de’ Ferrari attribuisce, per la prima volta, l’epiteto ‘divina’ nel titolo: nel 1555 esce la Divina Comedia di Dante di nuovo alla sua vera lettione ridotta con lo aiuto di molti antichissimi esemplari.
Nel Seicento si assiste ad una battuta di arresto; videro la luce solo tre edizioni peraltro di piccolo formato, prive di commento e perfino prive di illustrazioni: La visione di Francesco Leni a Vicenza del 1613, la padovana di Daniele Pasquardi del 1629 e, nello stesso anno, la veneziana per i torchi di Nicolò Misserini.
Nel secolo dei lumi vale la pena citare la pubblicazione dell’«edizione corretta, illustrata, ed accresciuta» in bottega di Antonio Zatta nel 1760. Opera in cinque volumi, di piccolo formato, di cui il quarto recita “Illustrazioni alla Commedia di Dante Alighieri composte dal signor Filippo Maria Rosa Morando con altre del r.p.m. Gianlorenzo Berti agostiniano con eruditissime memorie”.
La “riscoperta” ottocentesca è ben rappresentata dalla prima edizione integrale in cinque volumi stampata a Londra da Pietro Rolandi, nel 1842, commentata da Ugo Foscolo con la prefazione di Giuseppe Mazzini (all’epoca in esilio a Londra). Foscolo iniziò a lavorare al progetto già dal 1820 ma solo il primo volume fu pubblicato, nel 1825, prima della sua morte. La prefazione all’edizione del 1842 reca la firma ‘Un’ Italiano’ in pieno empito patriottico; l’editore è infatti Giuseppe Mazzini, che eseguì le originali intenzioni di Foscolo e pubblicò l’opera seguendo le carte lasciate da quest’ultimo. Le pregevoli illustrazioni provengono da incisioni tirate su lastre di acciaio.
Si è inteso mostrare una selezione di alcuni tra i cimeli librari più preziosi, narrati in modo dettagliato, nel progetto digitale dedicato al poeta “Viaggiare con Dante” consultabile sul sito della Biblioteca Vaticana https://spotlight.vatlib.it/dante. Le pagine in linea propongono un percorso grazie al quale si intende sviscerare la figura dell’uomo e della sua magistrale poetica in occasione dei 700 anni dalla morte.

Pertanto si è trattato, come ben ha evidenziato il Presidente del Comitato Angelo Peticca, di un vero e proprio “viaggio” dantesco, riproposto nella sua storicità e, al contempo, nella sua profonda attualità, attraverso la ricchissima iconografia ispirata dall’opera del Poeta nel corso dei secoli.
Viaggio reso possibile dall’appassionata e rigorosa opera di ricerca della relatrice, che ha selezionato per i partecipanti all’evento un suggestivo florilegio di immagini ispirate, come detto, dal Poema dantesco.

ultimo aggiornamento della pagina: 11 ottobre 2021