Savoldo
o la poesia della luce notturna

Relatore: Mario Lucco

Lunedì 16 ottobre 2017 si è aperta la sessione autunnale della Dante con la conferenza di Mauro Lucco sul pittore bresciano Giovanni Gerolamo Savoldo (1480 circa -1548 circa), un grande maestro poco conosciuto anche perché le sue opere sono sparse in tutto il mondo.

Il relatore ha presentato una lettura filologica della produzione del Savoldo prendendo in esame le fonti della sua ispirazione; il contesto storico- culturale in cui è vissuto; le relazioni con altri artisti italiani (Giorgione, Foppa, Lotto, Tiziano, Caravaggio), paesaggisti fiamminghi (Van Eyck, Jan de Beer) e incisori tedeschi (Dürer); le citazioni e gli intrecci dell’arte lombarda e veneziana; l’evoluzione del suo stile. Le parole sono state accompagnate dalla proiezione di diverse opere pittoriche, capolavori assoluti dove lo spazio e la materia vengono costruiti attraverso la luce, in particolar modo la luce notturna.

Lucco si è poi soffermato sulle tante traversìe subite dai quadri, sui dubbi delle loro attribuzioni e sulla correttezza dei titoli, ad esempio i due dipinti “Le tentazioni di Sant’Antonio” mostrano l’eremita con vesti di colore completamente diverso dalla tradizione.

Una curiosità, che ha alimentato l’interesse del numeroso pubblico, ha riguardato il soggiorno dell’artista a Parma nel 1506, ospite del pittore Alessandro Araldi. Questi aveva ricevuto dal bresciano, in cambio di un prestito in denaro, una croce impreziosita da un diamante e da rubini del valore di otto ducati, poi rivenduta al parmigiano Francesco Baiardi.

Lori Carpi

 

 

ultimo aggiornamento della pagina: 3 novembre 2017