Nel settantesimo
del voto alle donne

All’incontro del 5 dicembre 2016 abbiamo avuto tra di noi, in qualità di conferenziere, la Vicesindaco di Parma dott.ssa Nicoletta Paci, con delega alle pari opportunità, che ci ha piacevolmente intrattenuto sulla prevista tematica “Nel 70° del voto alle donne”.

Abbiamo ringraziato la Paci per la puntuale disponibilità data, in quanto la relatrice incaricata avv. Roberta Mori, Presidente della Commissione per la Parità ed i Diritti delle Persone della Regione Emilia Romagna, non ha potuto presenziare all’ultimo momento, per sopravvenuti impegni istituzionali.

Al riguardo la Mori ci ha tempestivamente inviato il saluto che di seguito allego e di cui ho dato lettura ai presenti all’inizio dei lavori. Nel ringraziarla, mi auguro di poter avere ospite della “Dante” di Parma l’avv. Mori in occasione di altra rilevante conferenza.

Il Presidente
Angelo Peticca

Avv. Roberta Mori
Presidente Commissione per la Parità e Diritti delle persone

Gentile Presidente, Gentili componenti ed ospiti del Comitato, a causa di un impegno istituzionale di rappresentanza, purtroppo imprevisto ed improrogabile, non posso essere con Voi all’incontro di oggi dedicato al 70° del primo voto
femminile in Italia nell’ambito della rassegna “L’altra metà del cielo”.
Come già espresso al presidente Peticca, rinnovo il mio rammarico per l’impossibilità di ottemperare all’impegno assunto, a cui si aggiunge un sincero dispiacere: non poter complimentarmi personalmente, con Voi, della sensibilità che dimostrate attraverso queste
attività, che intercettano un grande bisogno di Cultura in senso ampio, cultura civica della
responsabilità, cultura del rispetto e della tolleranza. Lo dico a pochi giorni dalla Giornata internazionale per il contrasto alla violenza sulle donne, che non è soltanto occasione celebrativa, di omaggio alle vittime di femmicidio e come ovvio di condanna, ma che per noi è impegno quotidiano, che sta unendo finalmente Istituzioni e
Comunità nel superamento di questa piaga sociale indegna di un Paese civile. È una
violenza che mantiene negli anni il suo carattere strutturale e sociale, che coinvolge non solo
le donne ma tanti minori che necessitano di risposte sempre più concrete ed efficaci, in termini di tutela, sicurezza, percorsi di autonomia e sostegno psicologico. Nell’impegno di attuazione della legge quadro 6/2014 “per la parità e contro le discriminazioni di genere”, la
Regione Emilia-Romagna ha adottato un Piano di interventi per contrastarla che oggi è operativo sui territori, che finanzia e consolida l’azione in rete dei servizi di aiuto e assistenza, e mette in campo per la prima volta una massiccia prevenzione. Grazie anche al protagonismo delle elette e rappresentanti dei nostri Comuni, il bando regionale ha finanziato
ben 49 progetti di associazioni no profit ed enti locali volti a prevenire e superare la violenza di genere su tutto il territorio. Tra questi, anche progetti antidiscriminatori e di sostegno all’autonomia delle donne promossi da Comune e centro antiviolenza di Parma. È solo l’inizio. L’educazione e la sensibilizzazione che stiamo proponendo con successo nelle Scuole di ogni ordine e grado, le iniziative – come le Vostre – che valorizzano il ruolo
della Donna nella storia e nella società, stanno crescendo, e ci motivano a fare sempre
meglio. Per responsabilizzare alla pari uomini e donne. Per una società più equa e democratica che sappia includere le sue risorse migliori e vinca, culturalmente, il germe dell’odio. Nel ringraziarVi dell’invito e dell’attenzione, con la speranza di partecipare ad un prossimo incontro della Società Dante Alighieri di Parma, invio un cordiale saluto a tutte e tutti.

Roberta Mori

 

Una grande conquista per le donne italiane

Nicoletta Paci, vicesindaco di Parma con delega alle Pari opportunità, afferma con convinzione che 70 anni fa il voto alle donne è stato una grande conquista per le italiane, un traguardo tuttavia raggiunto con molti anni di ritardo rispetto a donne di altri Paesi d’Europa e del mondo.

Aggiunge che, nonostante tanti progressi, nemmeno oggi è stata conquistata una situazione di parità di genere. Ogni anno, per esempio, un milione e mezzo di bambine viene ucciso prima di nascere e altre giovani vengono rapite da cinesi in cerca di moglie o da combattenti estremisti. Sono ancora dolorosamente diffusi matrimoni precoci incentivati anche da genitori poverissimi, mutilazioni per mantenere tradizioni ancestrali, gravidanze di adolescenti, ragazze migranti sole, donne senza protezione a rischio di soprusi, violenze sessuali, ricatti, pornografia, scambio o vendita. Orrori che trovano ancora nella mentalità maschile più arretrata vergognose giustificazioni.

Il 1946 ha segnato per le italiane una data d’orgoglio, perché non si è trattato di un voto concesso dagli uomini, ma di una conquista delle donne dopo una guerra che le aveva viste abili protagoniste in tutti i settori, degne sostitute degli uomini in guerra e coraggiose scioperanti per i loro diritti.

Le tappe da ricordare partono dal 10 marzo 1946 con le elezioni amministrative, quando 2000 donne sono elette nei consigli e diverse diventano Sindaco; da qui 21 partecipano all’Assemblea Costituente e fanno scrivere, tra gli altri, articoli fondamentali per l’uguaglianza (artt. 3,48,51).

Nel 1950 è emanata la legge per la tutela delle lavoratrici; nel 1956 le donne iniziano la scalata in Magistratura che si attuerà con la legge n° 66 come da art. 51; nel 1968 cessa il reato di adulterio femminile; nel 1970 e ’78 seguono i referendum e le leggi su divorzio e aborto; nel 1975 la legge del Diritto di famiglia stabilisce la parità dei coniugi e nel 1981 sparisce dal Diritto penale il “delitto d’onore”.

Per merito di queste leggi, non sempre applicate e spesso aggirate, le donne hanno fatto un percorso notevole, ma non sufficiente; basti ricordare il gap tra gli stipendi (in media il 12% in meno dei colleghi maschi) e i licenziamenti delle donne per calo di organico o per gravidanza.

Anche la lingua italiana racconta la disparità di genere attraverso la mancanza di termini femminili in varie aree, soprattutto in quelle lavorative più importanti e remunerate.

Per esempio: la Sindaco o la Sindaca?

Paci conclude sottolineando che le conquiste, fin qui raggiunte, devono essere continuamente riconfermate e riproposte, soprattutto dalle nuove generazioni e chiede l’impegno di tutte le donne per cambiare una cultura maschilista millenaria.

L’incontro prosegue con Isa Guastalla che presenta un excursus della condizione femminile nel tempo. Partendo dalla Grecia dove la donna era totalmente sottomessa all’uomo e relegata in casa, dove passava dall’autorità paterna a quella del marito, Isa racconta di altre epoche in cui la stessa donna poté godere di maggiore dignità, di qualche autonomia e della possibilità di esprimere la propria voce. La sua narrazione si appoggia a citazioni letterarie illuminanti sino ad arrivare a riflessioni e confronti con il presente. Così ricorda con amarezza che nell’ospedale di Parma oggi una giovane avvocato, Lucia Annibali, ha subito numerosi interventi a causa delle ustioni provocate dall’acido gettatole sul viso da un mandante del suo fidanzato.

Lori Carpi

 

ultimo aggiornamento della pagina: 5 aprile 2017