La pittura ai tempi di Verdi

Relatrice: Lucia Fornari Schianchi

Nell’incontro del 19 novembre alla Dante Alighieri la prof.ssa Lucia Fornari Schianchi ha sviluppato il tema proponendo un duplice percorso “Verdi e i movimenti culturali dell’800” e “La pittura a Parma nel XIX secolo”.
Nell’Europa dell’800 Romanticismo, Simbolismo, Impressionismo, Naturalismo, Psicoanalisi stavano rivoluzionando la scena culturale e sociale con diverse e nuove visioni della realtà, del rapporto uomo/natura, della interiorità e individualità dell’essere umano.
Tracciando un itinerario dei viaggi del Maestro (Milano, Roma, Napoli, Parigi, Londra, Vienna, San Pietroburgo) è possibile perciò immaginare che, famoso e richiesto da tutti i teatri, sia venuto a contatto con intellettuali e nuove tendenze artistiche. Visse per lunghi periodi a Parigi ed ebbe la capacità di assorbire e rielaborare le sollecitazioni che la scena parigina poteva offrirgli sia nel teatro musicale che nella prosa.
Conobbe Giovanni Boldini, famoso ritrattista e, su consiglio di Giuseppina Strepponi, posò per due ritratti, uno dei quali in cilindro, espressivo ed autorevole, consacrò la sua immagine. Non c’è tuttavia traccia di incontri o di un suo interesse per la pittura degli impressionisti, del naturalismo di Courbet e per nuove espressioni letterarie.
Le arti figurative furono per Verdi strettamente connesse alla scenografia, elemento fondamentale nella rappresentazione delle sue opere per una perfetta fusione con musica e libretto.
Allo stesso modo le correnti innovative d’Oltralpe non influenzarono la pittura locale che fu essenzialmente di soggetto religioso, mitologico, accademico o di paesaggio, formalmente perfetta e misurata.
Alcuni dei pittori, diventati figure di primo piano della scena artistica parmense, furono allievi dell’Accademia di Belle Arti, istituita da Filippo di Borbone nel 1752. Fornari Schianchi ha proiettato e commentato parecchie loro opere.
Ricordiamo tra essi:
Girolamo Magnani, nato a Borgo san Donnino (Fidenza), è ricordato come decoratore e scenografo prediletto da Verdi con il quale collaborò per molti anni. Lavorò nei teatri di tutta Europa; di grande versatilità adornò con stucchi e affreschi chiese, palazzi privati e pubblici (Roma – Sala degli specchi al Quirinale).
Francesco Scaramuzza, nato a Sissa, dipinse affreschi e tele in varie chiese di Parma e provincia; in Palatina realizzò il soffitto della sala di lettura “Prometeo che ruba il fuoco”. Appartiene alla sua produzione “Amore e Psiche”, di stampo accademico, perfetta nel disegno e nella disposizione delle figure.
Ignazio Affanni, nato a Parma, ha lasciato opere di soggetto religioso, storico, mitologico con stile diligente e misurato.
Giuseppe Boccaccio, nato a Colorno, fu paesaggista e scenografo. La natura nei suoi dipinti ispira tranquillità, è delicata, pittoresca; nella disposizione degli elementi, nell’attento utilizzo delle luci le sue opere sembrano bozzetti per scenografie teatrali.
Guido Carmignani, nato a Parma, realizzò vedute e paesaggi; colse la poesia della natura nei suoi mutamenti di luce e di atmosfera.
Il teatro d’opera fu il punto di attrazione per molti artisti operanti a Parma: Verdi e il melodramma rappresentano un’espressione specifica della cultura italiana ottocentesca. In quest’ottica la prof.ssa Fornari Schianchi ha concluso l’incontro ponendo una domanda: “Ha senso ed è giusto modernizzare o attualizzare, come spesso succede oggi, la messa in scena delle opere liriche? Questo non significa forse tradire lo spirito dell’autore? Snaturare o reinterpretare il suo pensiero?”

Marisa Dragonetti

ultimo aggiornamento della pagina: 5 dicembre 2018