Il poeta Giorgio Caproni

Caproni

Lunedì 29 ottobre la prof.ssa Isa Guastalla, Vice presidente della Dante, ha presentato il poeta Giorgio Caproni e ha letto numerose liriche tratte dalla raccolta “Il seme del piangere”, ispirata dalla madre Annina, immaginata e descritta ancora giovane ricamatrice a Livorno.

Il pomeriggio è stato dedicato a Caproni sia per celebrarne il centenario dalla nascita, sia per ricordarne la grandezza nel panorama letterario del ‘900 come poeta, critico e fine traduttore dal francese. I suoi temi ricorrenti riguardano le città in cui è vissuto (Livorno, Genova e Roma), il mare, la madre e il padre, le ragazze, i giovani operai. Parlano di vita vera e semplice, come in un romanzo familiare. In Caproni la profonda cultura si sa trasformare in una elusiva semplicità: il linguaggio e lo stile sono frutto di una continua ricerca per aderire il più possibile alla realtà.

Isa Guastalla, alla fine, ha letto i versi dedicati al figlio per sottolineare la molteplicità dei ruoli che ognuno di noi può interpretare mescolando il tempo e l’età a piacere.

La conferenza si è conclusa tra gli applausi di un pubblico commosso.

Riporto, qui sotto, il testo pensando di fare cosa gradita.

 

A mio figlio Attilio Mauro che ha il nome di mio padre

Portami con te lontano
…lontano…
nel tuo futuro.

Diventa mio padre, portami
per la mano
dov’è diretto sicuro
il tuo passo d’Irlanda
l’arpa del tuo profilo
biondo. alto
già più di me che inclino
già verso l’erba.
Serba
di me questo ricordo vano
che scrivo mentre la mano
mi trema.
Rema
con me negli occhi allargo
del tuo futuro, mentre odo
(non odio) abbrunato il sordo
battito del tamburo
che rulla – come il mio cuore: in nome
di nulla – la Dedizione.

ultimo aggiornamento della pagina: 4 novembre 2012