Duomo di Parma e cripta
Visita guidata
alle testimonianze romane in città

a cura di Ines Bacchi Pescaroli

Dopo l’incontro del 19 aprile, sempre nell’ambito del progetto “Parma Romana”, sono continuate il lunedì 23 ottobre 2017 le visite alle testimonianze romane in città con la collaborazione della prof.ssa Ines Bacchi Pescaroli che, con la preparazione, la vivacità e l’entusiasmo, ormai noti, ha saputo ancora una volta coinvolgere e conquistare i partecipanti all’incontro, molto numerosi.

Tracce romane nel Duomo di Parma

Domus Ecclesia o Mater Ecclesia

Gli scavi eseguiti (1955) nella piazza della Cattedrale di Parma individuarono a circa quattro metri sotto il piano di calpestio attuale due strutture una del IV sec. d.C. ed una del V-VI sec. d.C. più grande della precedente, forse costruite sulle rovine di un antico tempio.

La Domus con la pavimentazione in opus texile con esagoni, Cantharos con pesci e delfini viene data come 1a Mater Ecclesia, ampliata e ricostruita nel corso dei secoli. Essa permane nella stessa area, dove è ora, come del resto il complesso episcopale.

Nel 1982 scavando sotto il pavimento della cattedrale per l’installazione del riscaldamento, sono state scoperte, a quattro metri di profondità, due Domus quasi sovrapposte, appartenenti al I sec. a.C e II sec d.C.

La cattedrale assume la struttura attuale con il Vescovo Ugo e poi con Cadalo (1045-1070).

La pavimentazione ad esagoni e motivi geometrici si denota cristiana nel Clipeo centrale raffigurante un Kantharos pieno d’acqua (Battesimo).

La simmetria compositiva (simmetria-staticità-equilibrio delle parti = Divino) evidenzia quattro pesci e due delfini. Come il pesce vive nell’acqua, così il fedele si rigenera nell’acqua del battesimo (pesce in greco si scrive Ichthys, acrostico di Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore).

Il delfino è simbolo di salvezza, di psicopompo (colui che guida nell’aldilà), è rigenerazione, mediatore tra il mondo di sopra ed il mondo di sotto. Perché due delfini? Manca la parte superiore per poterlo interpretare correttamente; forse essa recava le iniziali ICHTHYS, ed i due delfini contrapposti con la bocca aperta stanno ad indicare la doppia natura di Cristo – umana e divina. Una treccia delimita il Clipeo (Cerchio: Eternità – Perfezione), collega e lega, con il suo “scorrere”, gli esagoni.

All’interno di ogni esagono la superficie viene divisa geometricamente.

L’esagono stesso ha un significato simbolico antico: 6 giorni, la creazione.

Riconosciamo alcune figure simbolo:

il quadrato (terra-certezza-tempo);

l’Esagramma (la stella formata da due triangoli opposti: unione dei contrari -equilibrio);

il nodo di Salomone (unione dell’uomo con il divino …snodare, sciogliere, risolvere);

la Pelta (antico scudo – difesa dal male che allontana dal divino);

il triangolo equilatero, figura perfetta che si espande all’infinito.

Tracce romane nella cripta

CRIPTA: complesso di ambienti sotterranei a carattere sacro o cimiteriale – dal greco Kryptè, nascosto.

Nell’architettura cristiana originaria, la cripta indicava uno spazio collocato sotto il pavimento della chiesa, usato per conservare e proteggere le reliquie. Assumerà, nel tempo, l’aspetto di una chiesa sotterranea.

Lo spazio della cripta si estende nell’area sottostante al transetto.

La volta a crociera (strutturata definitivamente nell’architettura Romana, volta a botte per spazi ristretti, a crociera per ampi spazi, es: terme) trova i suoi punti di scarico attraverso gli archi, sulle colonne. Queste sono in massima parte di recupero, cioè provengono da edifici romani distrutti (anfiteatro, teatro, templi ecc.). Le colonne in marmo: granito, trachite, basalto, botticino, cipollino ecc. spesso presentano blocchi inferiori e superiori di marmi diversi, sovrapposti. (questo concetto del riuso, vale anche per gli edifici privati e pubblici).

I CAPITELLI sono di ordine corinzio, con foglie di acanto, girali, rosette ed altri inserti. In alcuni testi sono datati XI sec. in altri vengono definiti romani.

 

I motivi geometrici, fitomorfi, antropomorfi e zoomorfi compaiono con l’Uomo e si strutturano chiaramente nel tempo. Essi appartengono ad ogni civiltà ed ogni civiltà ne fa l’uso più idoneo alla propria struttura politico-religiosa.

Nell’arte linee, figure geometriche ecc. vengono disposte in modo da definire, qualificandole, superfici a terra, su pareti, su tavole, su elementi architettonici.

A volte, specialmente quando compaiono motivi fitomorfi (vegetali e floreali), zoomorfi, antropomorfi, essi ci fanno intuire uno spazio reale, altre volte, la loro composizione suggerisce uno spazio indefinito, irreale, simbolico. (es. arte romana, arte islamica, arte cristiano- bizantina, arte rinascimentale ecc.).

Partendo dall’osservazione di un capitello corinzio nella cripta con le sue foglie d’acanto (le spirali e la rosetta), possiamo ritrovare la tipologia delle foglie, le spirali, le rosette in soffitti a cassettoni, in architravi, mensole, cippi colonne, basamenti ecc. (in ogni periodo storico).

Luciana Beghè

ultimo aggiornamento della pagina: 5 novembre 2017