Cassio parmense e Virgilio
Per i 2200 anni
della fondazione di Parma

Relatrice: Isa Guastalla

Per i Lunedì della Dante, il 27 novembre Isa Guastalla ha intrattenuto i soci su due autori latini coevi, vissuti in età repubblicana nella Gallia Cisalpina, Cassio Parmense e Virgilio. Tra loro non c’è nessuna possibilità di confronto: tanto l’opera del primo è sconosciuta, così la produzione di Virgilio è studiata e apprezzata ancor oggi, fuori e dentro le aule scolastiche.

Guastalla ci ha trasmesso le scarne informazioni su Gaio Cassio Parmense, scrittore vissuto tra il 74 a.C. e il 31 a.C, appartenente ad una delle famiglie fondatrici della città di Parma (ramo della gens Cassia) e autore di tragedie ed elegie. Fu tra i congiurati repubblicani che colpirono Giulio Cesare nel 44 a.C.

Ucciso per ordine di Cesare Augusto nei pressi di Anzio, fu l’ultimo degli assassini di Cesare a morire.

Pur essendo citato da diversi autori romani, della sua opera è rimasto un unico verso senario riportato da Marco Terenzio Varrone: Nocte intempesta nostram devenit domum. (Nel cuore della notte venne a casa nostra). Sarebbero parole di Lucrezia, riferite al suo violentatore, Sesto Tarquinio.

Lo scrittore Alessandro Banda documenta infatti che Orazio, nella lettera IV del primo libro scrive a Tibullo: Che fai, Tibullo? Dove ti sei mai nascosto? In campagna, a scrivere? Vuoi creare un’opera che superi quelle di Cassio Parmense (scribere quod Cassi Parmensi opuscola vincat)?

E, ancora, che nella Vita di Augusto, capitolo IV, Svetonio ricorda che Cassio Parmense aveva rinfacciato al futuro imperatore natali oscuri: Augusto era nipote di un mugnaio e di un cambiavalute (pistoris… et nummulari nepotem). Augusto, che non aveva reagito subito all’infamante accusa, dopo la vittoria ad Azio, portò a compimento la sua duplice vendetta, gli tolse la vita e la fama.

Infine Isa Guastalla segnala l’interessante monografia di Bruno Zucchelli Il poeta Cassio Parmense e Parma romana (Battei, 2003), in cui vengono affrontati temi relativi alla cultura letteraria romana e ai rapporti tra letterati, società e potere politico.

Quando passa a Virgilio, la relatrice lascia trasparire tutta la gioia e la passione letteraria per i suoi versi immortali.

Elenca le opere, riassume i contenuti, disegna la personalità dei protagonisti, cita o legge passi emblematici, riporta ed esprime giudizi critici sul poeta e sullo stile.

Dalle Bucoliche, in cui si respira l’attesa di una nuova pace che ponga fine alle lotte che insanguinano il mondo, legge in modo emozionante dalla prima Egloga, Titiro e Melibeo:

Hic tamen hanc mecum poteras requiescere noctem
fronde super viridi. sunt nobis mitia poma,
castaneae molles et pressi copia lactis,
et iam summa procul villarum culmina fumant
maioresque cadunt altis de montibus umbrae

Titiro: Tuttavia avresti potuto riposare qui con me questa notte su un verde giaciglio: abbiamo frutta matura, morbide castagne, e abbondanza di formaggio e già i comignoli delle case fumano di lontano, e più grandi scendono le ombre dagli alti monti.

Versi struggenti tra Titiro, che può salvare i suoi campi dalle confische di Ottaviano, e Melibeo che dolorosamente deve cedere le sue terre.

Nella Medioevo, continua Guastalla, il poeta mantovano era letto con grande ammirazione tanto da essere considerato un profeta dell’avvento di Gesù in terra sulla base di un brano delle Bucoliche (IV egloga) annunciante la venuta di un bambino (puer) che avrebbe riportato l’età dell’oro.

Nelle Georgiche, poema perfetto, sono esaltati i valori della civiltà italica e le virtù degli antichi agricoltori. Qui ricorda il libro IV dedicato alle api:

Un vecchierel di Corico nativo,

Primus vere rosam atque autumno carpere poma,
et cum tristis hiems etiamnum frigore saxa
rumperet et glacie cursus frenaret aquarum,
ille comam mollis iam tondebat hyacinthi
aestatem increpitans seram Zephyrosque morantes.
Ergo apibus fetis idem atque examine multo
primus abundare et spumantia cogere pressis
mella favis…

Per primo e le rose in primavera, e primo
Cogliea d’autunno i saporosi pomi,
E quando il crudo gel fendea pur anco
Le pietre, e il corso imprigionava a i fiumi,
Del molle acanto a ritosar la chioma
Ei si occupava, i zefiri accusando
Lenti al ritorno, e la lontana estate.
D’api feconde, e numerosi sciami
A lui ronzavan gli alvëari, e in copia
Spremea da i favi lo spumante mele…

Quindi si sofferma sull’Eneide: dodici canti, di cui sei di viaggio da Troia al Lazio a cercare la prima patria e sei di guerra per la conquista della terra e del potere, in una sintesi dei poemi omerici apparentemente simile, ma molto più matura nella descrizione degli eventi, dei protagonisti e della loro psicologia.

Enea, Creusa, Julo, Venere, Giunone, Didone, Latino, Pallante, Turno, Lavinia, Marcello, Eurialo e Niso sono i personaggi del poema epico che celebra il destino e la missione universale di Roma (la fatalità dell’Impero Romano) e mentre Guastalla li presenta passano davanti ai nostri occhi a ricordo di ore di studio e di fatica; ma quanto ci piacciono per la loro attualità.

Come Didone, donna matura e tragica che riscopre l’amore e non riesce ad accettare l’abbandono, che ci sorprende per il realismo sorprendente dei suoi sentimenti:

“…Ùrbem praèclaràm statuì, mea moènia vìdi,
ùlta virùm poenàs inimìc(o) a fràtre recèpi,
fèlix, hèu nimiùm felìx, si lìtora tàntum
nùmquam Dàrdaniaè tetigìssent nòstra carìnae”.
Dìxit, et òs imprèssa torò “Morièmur inùltae,
sèd moriàmur” aìt. “sic, sìc iuvat ìre sub ùmbras.
Hàuriat hùnc oculìs ignèm crudèlis ab àlto
Dàrdanus, èt nostraè secùm ferat òmina mòrtis

“…Ho fondato una illustrissima città, ho visto le mie mura,
avendo vendicato il marito ho punito il fratello nemico,
felice, oh troppo felice, se soltanto le navi
dardanie non avessero mai toccato le nostre coste”.
Parlò, e avendo premuto la bocca sul giaciglio disse: Moriremo
invendicate, ma moriamo! Così, così è bene andare sotto le ombre.
Il dardano beva con gli occhi crudeli questo fuoco
dal mare, e porti con sé questo nostro cattivo presagio di morte”.
(Libro IV)

Lori Carpi

 

ultimo aggiornamento della pagina: 5 dicembre 2017